Opdualag, una combinazione di Nivolumab e Relatlimab, nel trattamento di prima linea per il melanoma non-operabile o metastatico
Opdualag è un medicinale usato come trattamento di prima linea per il melanoma che si è diffuso o che non può essere rimosso chirurgicamente.
Opdualag contiene i principi attivi Nivolumab e Relatlimab, e trova indicazione nei pazienti a partire dai 12 anni di età le cui cellule tumorali producono un basso livello ( inferiore a 1 % ) di una proteina denominata PD-L1.
Prima di iniziare il trattamento con Opdualag, il paziente deve essere sottoposto a un esame per confermare che le cellule tumorali producono bassi livelli di PD-L1 ( inferiore a 1% ).
Il medicinale è somministrato per infusione endovenosa della durata di 30 minuti una volta ogni 4 settimane.
Il trattamento deve proseguire finché il paziente ne trae beneficio o non manifesta effetti
indesiderati intollerabili. Se si verificano determinati effetti indesiderati, il medico può rinviare la somministrazione delle dosi o interrompere completamente il trattamento.
I principi attivi di Opdualag, Nivolumab e Relatlimab, sono anticorpi monoclonali, proteine progettate per legarsi a recettori specifici.
Nivolumab si lega a un recettore denominato PD-1 su cellule del sistema immunitario denominate cellule T. Le cellule tumorali possono esprimere sulla loro superficie proteine ( PD-L1 e PD-L2 ) che si legano al recettore PD-1 e bloccano l’attività delle cellule T, impedendo loro di attaccare il tumore. Legandosi al recettore, Nivolumab impedisce a PD-L1 e PD-L2 di bloccare le cellule T, aumentando quindi la capacità del sistema immunitario di distruggere le cellule tumorali.
Relatlimab si lega a un altro recettore denominato LAG-3 e ne blocca l’attività. LAG-3 contribuisce a ridurre la risposta immunitaria. Bloccando LAG-3, Relatlimab provoca l’attivazione di un maggior numero di cellule T, aumentando quindi la capacità del sistema immunitario di attaccare e distruggere le cellule tumorali.
L’uso di Nivolumab e Relatlimab insieme è più efficace nell’uccidere le cellule tumorali rispetto all’uso di questi principi attivi da soli.
Uno studio principale condotto su 714 pazienti affetti da melanoma in stadio avanzato non-trattato in precedenza ha mostrato che Opdualag era efficace nel rallentare il peggioramento della malattia nei pazienti il cui tumore produceva bassi livelli di PD-L1.
I pazienti con bassi livelli di PD-L1 ( inferiore a 1% ) sottoposti al trattamento con Opdualag hanno avuto una sopravvivenza di 6,7 mesi senza peggioramento della malattia. Nei pazienti in trattamento con Nivolumab da solo tale intervallo è stato di 3 mesi.
Gli effetti indesiderati più comuni di Opdualag ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono: stanchezza, dolore ai muscoli e alle ossa, eruzione cutanea, dolore articolare, diarrea, prurito, mal di testa, nausea, tosse, appetito ridotto, ipotiroidismo,
dolore addominale, vitiligine, febbre, stipsi, infezione delle vie urinarie, dispnea,
e vomito.
Gli effetti indesiderati gravi più comuni sono: insufficienza surrenalica, anemia, dolore dorsale, colite, diarrea, miocardite, polmonite e infezione delle vie urinarie.
Lo studio principale ha mostrato l’efficacia di Opdualag nel rallentare il peggioramento della malattia nei pazienti il cui tumore produce bassi livelli di PD-L1 ( minore di 1% ). Sebbene vi siano più effetti indesiderati con Opdualag che con Nivolumab da solo, i benefici nel ritardare il peggioramento della malattia sono superiori ai rischi in questi pazienti. ( Xagena2022 )
Fonte: EMA, 2022
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